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martedì 3 novembre 2015Aggiornato il:

Le 10 fasi del viaggiatore

Siccome non posso viaggiare spesso, il tempo che passa tra una partenza e l'altra per me è una tortura scandita da varie fasi. Ne ho individuate 10, e al momento mi trovo alla prima.



Fase uno. La smania.

Stato di grande eccitazione, agitazione, entusiasmo.
La situazione in cui non vedo l'ora di andare, non importa dove. Che mi viene voglia di mollare tutto, darmi malata, pur di poter prendere il primo volo per una destinazione qualsiasi. Non importa che sia appena tornata, anzi. La smania di andare spesso si insinua dentro di me mentre sono ancora in viaggio, generalmente sul volo di ritorno. Sto tornando a casa, il mio viaggio è alle ultime battute, e mentre penso che è tutto finito, il pensiero corre già alla prossima meta. Non importa quanto tempo dovrò aspettare, la sola idea mi conforta.

In questa fase la cosa più importante è non far trasparire nulla, perché è difficile spiegare a chi mi sta intorno che ho nostalgia sì del posto appena visitato, ma anche e soprattutto del prossimo che ancora non ho visto.

Qualche gita ogni tanto, o se possibile qualche week-end in giro, sono di grandissimo aiuto.

Foto presa qui




Fase due. L'ottimismo.

Siccome mi sforzo d'essere una persona positiva (e a forza di crederci ci si convince), non mi perdo d'animo. Perché al rientro solo una cosa salva il viaggiatore compulsivo: l'idea della prossima meta. Che non si sa ancora quale sia, non si sa dove si troveranno i soldi, il tempo, le risorse, ma ci sarà, e il solo pensiero fa stare bene. Penso che alla fine non importa se passeranno mesi, so che partirò. Tanto basta per farmi tornare l'entusiasmo.
Qualsiasi articolo, foto, notizia, va bene per creare il sogno. Dove vorrei andare? Dove mi piacerebbe tornare? Seleziono foto da catalogare, traccio un'itinerario. Ci penso, seguo il mio desiderio, il richiamo.

Inizio a sentirmi euforica e sotto sotto ho già deciso.

Foto presa qui



Fase tre. L'isolamento.

Ormai ce l'ho in testa, la mia mente si alimenta solo di quel pensiero. Sogno un luogo, decido che sarà lui, e diventa la mia unica ragione di vita. Comincia il periodo più intenso, quello della full immersion, in cui conta solo accumulare informazioni. Leggo tutto, mi faccio una cultura, assorbo informazioni e mi rendo conto che non c'è argomento più interessante. Niente ha importanza, conta solo il mio nuovo viaggio.
Piano piano intorno a me percepisco un pizzico di insofferenza e fastidio, sono insopportabile come quelli che ad agosto pensano già a Capodanno. Io sono anche peggio perché non è ancora finito agosto e penso già alla prossima estate. Eppure è più forte di me, vado avanti come un treno nel progetto, e fingo d'essere partecipe alle discussioni mentre scorro sul telefono le offerte dei voli.

Questa, per assurdo, è la fase che amo di più. Adoro organizzare, preparare, studiare, e vedere che il viaggio inizia a prendere forma. Per questo motivo mi piace farlo anche per gli altri e mi presto ad aiutare chiunque mi chieda una mano.

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Fase quattro. La quiete.

Il sogno sta prendendo forma. Non ho ancora la certezza che potrò prendere ferie (anche perché mancano qualcosa come 10 mesi) ma dentro di me so che quando si tratta di battersi per un viaggio trovo sempre una soluzione. Penso che sì cacchio, lo faccio. E mi fa stare bene. Un senso di pace indescrivibile. I mesi passano e inizio ad avere tutto sotto controllo, vedo la luce in fondo al tunnel e mi sembra addirittura piacevole andare a lavorare (un lavoro che ovviamente non ha niente a che fare con la mia passione, che certe fortune non mi appartengono).

Ultimo scoglio, sottoporre meta e itinerario a chi mi accompagnerà in questa nuova avventura, e sperare che sia entusiasta almeno quanto me. Tanto lo so che quando si renderà conto di che cosa gli ho proposto sarà troppo tardi, ormai ha detto sì (santa dolce metà che mi supporta - e sopporta- sempre).



Fase cinque. La paura.

Ci siamo, finalmente la partenza è imminente. Ho tutto sotto controllo, documenti, visto, biglietto aereo e prenotazioni. Sono entusiasta, ma inizia a insinuarsi la paura.
Di aver scelto una destinazione troppo difficile. Troppo lontana. Di aver fatto il passo più lungo della gamba, di non aver organizzato tutto come si deve. Sono in aeroporto, destinazione incognita, e mi viene l'ansia. Devo dimostrare (a me stessa) che sono all'altezza dei miei progetti, dei miei appunti, delle mie ambizioni. Dura poco, è vero, ma è inquietante.

La notte prima della partenza non dormo mai, ho lo stomaco arrotolato e i sudori freddi. Faccio la valigia e non mi ricordo cos'ho messo, ravano tra le magliette perché non so più se ho infilato il carica batterie. Poi ravano di nuovo perché mi sono dimenticata se ho messo abbastanza mutande. Alla fine non si chiude più e devo togliere tutto e rifare per bene, ma tanto mi resterà sempre il dubbio. La paura fa ragionare male, infatti devo ricordarmi che la valigia va fatta una settimana prima, quando sono ancora alla quarta fase (quiete).

Fase sei. Lo stato di grazia.

Posso partire con la febbre, col mal di schiena che mi affligge da mesi, col raffreddore. Appena metto piede sull'aereo sto benissimo, sana come un pesce. Riesco a trangugiare qualsiasi pasto mi venga offerto a bordo senza accusare il minimo problema di digestione. Durante l'anno ci sono diversi momenti in cui mi posso tranquillamente definire una pantofolaia. In viaggio invece ho energie e forze da vendere, cammino venti ore al giorno, ne dormo sei, e non mi stanco mai. Mi guardo allo specchio e noto che le occhiaie sono sparite, sembro addirittura più giovane. Ecco qual è il segreto della gioventù eterna!   

Sembrerebbe che io stia bene solo quando sono in viaggio, e in un certo senso è così. E meno male, perché i malanni in viaggio sono sempre una tragedia (vedi per esempio gli stop forzati per la febbre), ma sono inconvenienti da mettere in conto che non intaccano il mio stato di grazia.

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Fase sette. La sindrome del rientro.

Sono di nuovo a casa, questa volta il viaggio è stato talmente ambizioso che mi sembra incredibile di esserci riuscita. L'ho fatto davvero. Ho vissuto esperienze che sembrano così incredibili che non mi pare vero. La gente mi chiede "com'è andata?" e a me sembra così grande, così importante, che riesco solo a dire "bene". Come si fa a spiegare, a raccontare, a raccogliere le idee e spiegare in una frase quello che hai vissuto?
Come faccio a spiegare che mi sveglio al mattino e ci metto un attimo prima di realizzare che sono nel mio letto e quando aprirò la finestra non vedrò il mare?

In questa fase faccio molta fatica ad evitare di pensare che "due giorni fa a quest'ora ero lì", che "lunedì scorso siamo andati là" e via dicendo. Non sono ai livelli di quella vecchia pubblicità, ma certe volte tornare alle cose di tutti i giorni è un trauma.

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Fase otto. La confusione.

Per chi ha un blog, come me, ci vuole un po' di tempo per metabolizzare, per mettere mano agli appunti, e iniziare a raccontare. Perché per rendere giustizia ad un dono così grande ci vogliono le parole giuste, bisogna saper usare le parole corrette, e come si fa a descrivere un'emozione così importante? Come fai a raccontare una cosa così bella, senza rischiare di essere banale?

Senza contare la memoria che perde colpi, troppe cose tutte insieme, nomi, località, ma come si fa a ricordarsi tutto? Pensieri confusi a cui dover mettere ordine, un senso di stupore e smarrimento che mi affolla la testa.

In questi momenti mi vengono in aiuto i santi, santissimi appunti presi al volo o scritti diligentemente ogni sera prima di dormire, che diventano indizi del puzzle da rimettere insieme per ricomporre i pezzi e riuscire a capirci qualcosa.

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Fase nove. La tristezza.

Proprio mentre rimetto insieme i pensieri, entro nella nona fase.

Sono appena tornata dal grande viaggio, quello per cui ho messo tutto l'impegno possibile nell'organizzazione, quello che mi sembrava impossibile, che ha superato le aspettative regalandomi ricordi che non hanno prezzo. Oppure sono appena tornata da un viaggio più tranquillo, ma ugualmente bellissimo.

In entrambi i casi, il sentimento prevalente è la tristezza. Sono triste perché il viaggio che volevo è stato talmente bello che non doveva finire mai. Perché viaggiare è un'urgenza che mi provoca malessere, dovuta ad un eccesso di felicità accumulato in un periodo ristretto. Che controsenso.

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Fase dieci. L'astinenza.

Non tutti i viaggi mi sconvolgono, ma ho avuto la fortuna di provare emozioni forti diverse volte. Alcuni mi hanno regalato una scarica di adrenalina che una volta provata è difficile poi farne a meno. Alcuni posti mi hanno creato una dipendenza fisica, motivo per cui ci sono tornata l'anno seguente. 

Certi viaggi sono una sfida, come uno sport estremo, ti vuoi mettere alla prova. Quando passa la paura della prima volta, e scopri che ti piace, ne vuoi sempre di più e la prossima dovrà essere più grande, più difficile, più importante di quella precedente, per riuscire a provare la stessa botta di vita. Una volta che provi certe emozioni, sarai sempre alla ricerca del viaggio che te le faccia provare di nuovo, di più grandi e intense.

Ed è così, per contrastare l'astinenza, che torna la smania.
E si ricomincia da capo.

Foto presa qui



Ora penserete che sono un po' matta. Forse ho esagerato alcuni punti, ma è davvero la descrizione dei miei stati d'animo che mi accompagnano prima, durante e dopo il viaggio. Sono sicura che molti si riconosceranno in alcune di queste fasi.
Fatemi sapere se fate parte del club.

In caso contrario, le critiche sono benvenute.



Le immagini di questo post non sono mie, ogni fotografia riporta il link del sito da cui è stata presa. 
Nel caso qualcuno si accorgesse che sto usando una sua foto e non fosse d'accordo, me lo faccia sapere e provvederò all'eliminazione.

50 commenti:

  1. Descrizione lucida e approfondita della sindrome da viaggiatrice compulsiva. Si potrebbe metterla su un manuale!

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    1. "L'abuso di viaggi può creare dipendenza e disturbi, leggere bene le avvertenze" ^_^

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  2. Grande descrizione, in cui mi riconosco un po', con la differenza che io ultimamente (sarà la vecchiaia?) ho un approccio molto più "rilassato"... (o fatalista?) però la fase 1 e quella voglia di andare dappertutto, l'importante è andare, è quella in cui mi riconosco di più...
    E comunque pure io alla domanda "com'è andata?" rispondo sempre "tutto bene". Un po' perché è difficile esprimere a parole tutte le sensazioni e le cose, e i colori, gli odori ecc.(ma tu lo sai senz'altro meglio di me), e un po' perché credo sempre che se mi dilungassi diventerei noiosa...

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    1. Io non riesco ad essere rilassata, mi sento sempre in agitazione, un po' come quando ero appena maggiorenne e non vedevo l'ora che fosse sabato per andare a ballare (che paragone eh?)
      Sul fatto del pericolo di sembrare noiosa, è il motivo per cui ho iniziato a scrivere il blog! Almeno mi posso sfogare con chi ha i miei stessi interessi, e mal che vada non mi legge nessuno ^_^

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  3. Molto bello questo post, immagino siano fasi che vivi con totale immersione.
    Mi ha colpito La Paura, anche io provo qualcosa di analogo... non so, è una specie di eccitazione, timore e fastidio per dover ricercare un nuovo equilibrio... ma è una sensazione positiva! XD

    Moz-

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    1. Assolutamente positiva, anzi, senza la paura non credo che riuscirei a provare emozioni così intense durante il viaggio.
      Mi conforta sapere che non mi considerate una pazza squilibrata, ero un po' titubante nel pubblicare una cosa così personale.

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  4. No beh fantastico post!! Sono davvero le fasi di ogni mio viaggio, eccetto la 5..dove io ho lo scoppio dell'adrenalina: quel brivido della sfida del posto nuovo, sconosciuto, del chissà cosa mi aspetta...ho una voglia matta di essere già lì e divento iperattiva!!!

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    1. Beh, ma l'astinenza è intesa anche per il viaggio in generale, quindi ci sei dentro anche tu! Mi fa piacere sapere che non sono l'unica, come scrivevo nella risposta precedente pensavo che sarei stata considerata troppo esagerata (invece è proprio così).

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  5. Sono uno che si muove poco e fa più viaggi interiori, ma questo post altamente emozionale è qualcosa di meraviglioso. Complimenti! E un abbraccione. :)

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    1. Considerando i tuoi impegni il solo fatto che tu sia passato a leggermi mi riempie di gioia! Grazie di cuore.

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  6. Questo post mi ha dato lo spunto per una riflessione sul mondo dei viaggiatori :)

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    1. Mi fa piacere, e aspetto un tuo post in proposito. L'ho scritto in prima persona perché non so se i viaggiatori si identificano in ciò che ho elencato. Dai commenti che sto leggendo direi di sì, ma scrivere cose tipo "Nella prima fase il viaggiatore si sente...dice...fa..." mi sembrava un po' arrogante (cosa ne so io?) e impersonale (un po' come quelle liste che pretendono di dirmi cosa prova una persona timida o come ama una del segno del toro, per intenderci).
      Sono molto curiosa di leggere la tua riflessione.

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    2. Vedremo se riuscirò a concluderla, per ora ho scritto qualcosa di getto e poi l'ho messa da parte per ragionarci meglio e dargli un senso.
      Sullo scrivere in prima persona con me vinci in partenza, io odio chi scrive pensando di sapere cosa pensano gli altri, quindi pollice in sù :)

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    3. Ultimamente sono in affanno, non riesco a seguire i blog che mi piacciono. Mi avverti quando lo pubblichi?

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  7. Mi riconosco in varie di queste fasi! Al momento solo organizzare mentalmente le vacanze invernali mi spinge ad andare avanti.

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    1. Ecco alla parola "vacanze invernali" mi è venuto in mente l'undicesimo punto: L'INVIDIA.
      Capisco benissimo quel "mi spinge ad andare avanti", riassume perfettamente il senso del post. Dai, fammi morire di invidia, dove vai? ^_^

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  8. Credevo parlassi di me!!!!Mi riconosco in tutte le 10 fasi......mancano ben 9 mesi al prossimo viaggio che già controllo voli e alberghi!!!
    Grazie Simona, è sempre un piacere leggere il tuo blog.
    Lory

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    1. Loretta? Sei tu?
      Dimmi tutto, dove vai?
      Sono troppo contenta di sentirti!!

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    2. Si carissima sono proprio io!!!
      Mi sono gustata il tuo viaggio di nozze in Vietnam......magnifico!!!!
      Anche questo itinerario italiano è stato interessante ma sono malata d'Oriente ....A luglio abbiamo fatto la Corea delSud e sei giorni in Giappone da Busan a Fukuoka proseguendo per Beppu Kumamoto. Aso e Nagasaki.
      A luglio andremo in Giappone per circa 20 giorni ma l'itinerario è tutto da impostare....

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    3. Che bello, sei stata in Corea anche tu!
      Gran bel progetto, tornerò in Oriente anch'io, ho troppa nostalgia.

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  9. Non hai esagerato per nulla e mi sono ritrovata molto nelle tue indicazioni, l'euforia, lo stato di grazia, la sindrome del rientro,la confusione , la tristezza..tante cose che ci accomunano, che ci uniscono,descritte con vera maestria...
    Un bacio della buona notte!

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    1. Grazie Nella, a volte questi post un po' più personali mi spaventano perché ho paura di mostrarmi, ma commenti come il tuo mi rincuorano e mi fanno piacere. Un abbraccio!

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    2. Trovo bellissimo quando una blogger o un blogger mette del suo nel post e poi tu con questi meravigliosi racconti di viaggio, schizzi alla perfezione le nostre sensazioni di viaggiatori..
      Bravissima
      Ti stringo forte!

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    3. Grazie, le tue parole mi fanno un immenso piacere. Un abbraccio.

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  10. viaggiatrice compulsiva pure io ma in maniera diversa da te: viaggio più spesso, meno a lungo e più vicino. le mie fasi sono:
    - smania, e allora inizio a prenotare voli
    - primi viaggi, tutto bene, organizzo e vado
    - i viaggi continuano, il tempo per organizzarli scarseggia, passo la palla al mio compagno
    - i viaggi continuano, il tempo scarseggia, si inizia a viaggiare completamente disorganizzati salvo farsi prendere dal panico il giorno prima di partire e passare la giornata (lavorativa, ehm ehm) a cercare info. inizio a bramare weekends a casa sul divano.
    - weekend a casa sul divano, finalmente!
    - mmmh però che palle questo divano...
    - smania!!!
    :-)
    francesca
    ps: parto stasera alle 18, sono ancora in ufficio e ancora non ho fatto la valigia!

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    1. Ribadisco l'undicesimo punto che ho scritto qualche commento più su, cioè l'invidia.
      Fai talmente tanti viaggi che non hai nemmeno il tempo di organizzarli?? Ti stimo tantissimo, soprattutto per il tuo elenco ^_^
      Dove stai andando questa volta?
      P.s. mi sono accorta adesso che hai un blog, forse è il caso di venire a leggere qual è il tuo segreto.

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    2. andavo in toscana, a casa (sono di lucca ma vivo da quasi 8 anni a bruxelles). è venuto anche il mio ragazzo (olandese) e abbiamo fatto un po' di lucca, un giorno in lunigiana, due a firenze e due in maremma.
      in generale lui è più per i grandi viaggi mentre io sono innamorata dell'europa!

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    3. Vivi in una città che mi piacerebbe molto visitare, magari ti chiederò qualche consiglio.

      A Lucca sono stata a luglio e me ne sono innamorata (come di tutta la Toscana, a dire la verità ).

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  11. Bellissima descrizione :D
    Per me è un po' diverso.
    - Quando parto con l'idea (che sia vicino o lontano alla data del viaggio poco importa) parto in quarta con prenotazioni, progetti e itinerari. La dolce metà di solito brontola a questo punto ma tanto non mi dice mai di no.
    - Poi arriva la fase di "scazzo" ossia quella del "ma chi me l'ha fatto fare, non era meglio starsene a casina?", subito abbandonata appena si avvicina la data di partenza.
    - I bagagli li faccio rigorosamente all'ultimo minuto, a costo di rischiare di dover comprare qualcosa in aeroporto perché me l'ero scordato di acquistare (ma viaggio sempre leggerissima, specie all'andata) ^^
    - Durante il viaggio mi diverto un sacco e mi stanco fisicamente fin quasi a fare fatica a camminare (e si diverte anche la Dolce Metà);
    - Ritorno a casa con gli occhi a stellina :D

    PS: se non ho avuto tempo di fare una pianificazione dettagliata, in aereo mi leggo la guida :-P

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    1. La fase del "chi me l'ha fatto fare" arriva anche a me, quando sto per partire per pochi giorni. Io non riesco ad avere mai un week-end, ma a volte unendo i riposi settimanali capita che ho tre giorni di fila, e mi sembra sempre un'occasione ghiotta per andare da qualche parte. Arrivo al giorno prima della partenza stanca morta, e so già che rientrerò a lavoro ancora più stanca, e lì penso "ma perché non ho organizzato una tre-giorni-sul-divano?"

      Viaggio anch'io leggera, ma se non seguo una lista da spuntare mi dimentico cos'ho messo (perché ho la testa tra le nuvole).

      P.s. Gli occhi a stellina sono mitici!

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  12. Presente! Sono nella fase 5, anche se parliamo solo di un weekend.
    Blog bellissimo. Tornerò a trovarti spesso!

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    1. Non sottovalutiamo i week end, sono una bellissima valvola di sfogo!

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  13. Bell'articolo :) mi riconosco in molte di queste fasi :)

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    1. Grazie! Pensavo di essere l'unica a soffrire certe "patologie" ^_^

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  14. Peccato che sono una frana con la tecnologia. Questa mattina alla stazione di Nagoya c'era un enorme gattone nero (finto) ma bellissimo. Avrei voluto mandarti la foto (ti sarebbe piaciuta) ma non sono stata capace.
    Ciao

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  15. La sindrome da rientro è terribile.
    Ti fa percepire tutto come peggiore di quello che è.
    Sarebbe perfetto viaggiare sempre!

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    1. Magari! Se si potesse viaggiare sempre la sindrome da rientro non esisterebbe.

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  16. Uau, sei proprio una "malata" di viaggi. Io ogni volta che rientro penso che non voglio muovermi mai più, ma la fase di preparazione continua ad entusiasmarmi (se è abbastanza lontana dal viaggio precedente).
    Ps. L'altra sera ti ho pensata, perché ho fatto una mia versione semplificata della zuppa vietnamita mangiata con Alli a Berlino, nel ristorante consigliato da te :)

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    1. Oggi è la mia giornata fortunata, sto ricevendo un sacco di pensieri carini. Grazie ♥

      Sono venuta a sbirciare il tuo blog, non so come mai ma non lo conoscevo!

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  17. Sono tutte fasi bellissime secondo me. anche la tristezza e la malinconia. Ti aiutanoa rivivere i ricordi con maggiore consapevolezza.

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    1. Proprio così, e nei ricordi tornano le stesse emozioni.

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  18. io sono in fase 10. Astinenza :D
    Mi ritrovo tantissimo nelle tue 10 fasi, come non capirti!

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  19. Non hai assolutamente esagerato! Anzi, queste dieci fasi sono punti fondamentali che accomunano qualunque persona ami viaggiare! Quindi ti capisco perfettamente ;-)

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    1. Ciao e benvenuta! Fai parte anche tu del clan dei malati di viaggio?

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  20. accidenti sono tornato martedì e sono già nella fase 10, cosa devo fare dottore?

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    1. L'unica cura è la preparazione del prossimo viaggio!

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