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martedì 24 settembre 2013Aggiornato il:

Longji rice terraces



Diario di viaggio in Cina
2 agosto 2013



Oggi partecipiamo a un'escursione organizzata dall'ostello.
Conosciamo i nostri compagni di viaggio: Juan Carlos, colombiano, e la dolcissima coppia formata da Stanly e Diana, dalla Malesia. Il nostro autista claudicante ci fa salire sul furgoncino e partiamo alla volta delle famose terrazze di riso della Spina Dorsale del Drago. Queste risaie sono un capolavoro dell'ingegneria rurale e raggiungono un'altezza di 1000 metri, sono ansiosa di vederle dal vivo dopo tante ricerche sul web.

Abbiamo subito un piccolo incidente (un motorino si fionda in contromano sul cofano del nostro minibus, con estrema stizza del nostro autista che si accorge di una riga sulla carrozzeria) ma poi il viaggio prosegue tranquillo e lento fino a destinazione.

Abbiamo trovato forse l'unico autista prudente di tutta la Cina, dato che non suona, sorpassa poco e nei tornanti va lento come una lumaca. Si ferma a farci i biglietti e poi ci lascia proprio all'ingresso del villaggio.
Sono già estasiata per la bellezza del paesaggio.

Il villaggio Dàzhài



Il sentiero si sviluppa attorno alle terrazze.

Ci sono parecchie salite in mezzo agli alberi.

Salendo si ha una vista d'insieme del villaggio e delle terrazze.

Per visitare le terrazze e i villaggi abitati dalle minoranze etniche la maggior parte dei turisti va a Ping'An. Su suggerimento dei ragazzi dell'ostello noi siamo invece a Dàzhài, che è meno conosciuta e quindi più tranquilla. La passeggiata è piacevole ma in certi punti impegnativa, cerchiamo di prendercela con calma senza pretendere di tenere il ritmo degli altri.

Il colombiano è un camminatore esperto, si spinge lontano per i fatti suoi e poi torna da noi con una facilità pazzesca. I malesi sono più lenti e si prendono tutto il tempo necessario per godersi la vista. Noi stiamo un po' nel mezzo, ma quando troviamo un riparo dal sole cocente decido che è ora di fare merenda e tiro fuori il pane da dividere con gli altri che nel frattempo ci hanno raggiunti.

Chiacchieriamo tantissimo, siamo tutti molto diversi ma ci accomuna la passione per il viaggio inteso come conoscenza e cultura, quindi abbiamo molte cose in comune.

Una coppia di turisti si fa fotografare da una donna del villaggio.

La vista sulla vallata è spettacolare.

Le abitazioni sono di legno, e si integrano nella natura circostante.

Le nuvole corrono veloci, e i colori cambiano sfumatura da un momento all'altro.


Ci sono diversi percorsi che si possono seguire, il nostro autista ci aveva consigliato il n°1 ma non so come siamo finiti a percorrere il 2° e il 3°. Il paesaggio è da togliere il fiato, scattiamo fotografie in continuazione ma non credo che renderanno davvero la bellezza di queste terrazze.

Quando il riso viene piantato le terrazze sono piene di acqua che riflettono il cielo rendendo il paesaggio molto suggestivo, ma anche adesso che le piante sono cresciute l'effetto cromatico è spettacolare.

Lungo i sentieri si incontrano piccoli nuclei di case dove la vita degli abitanti si svolge tra la coltivazione del riso e la produzione di oggetti tradizionali come i tessuti colorati e le ceste di bambù intrecciato.
Ci sono alcuni rifugi e qualche ostello per chi vuole fermarsi a dormire in questo angolo di paradiso naturale.

Con un piccolo telaio una donna sta creando i tradizionali tessuti dai colori brillanti.

Scene di vita quotidiana del villaggio.


La mia scorta di pane serve anche per il pranzo. Nei pochi ristoranti del villaggio viene proposto il riso con verdure nel bambù, ma la porzione mi sembra misera e poco appetitosa.

Raggiungiamo la cima del percorso dove troviamo una balconata aperta su una vista spettacolare. Un'enorme distesa verde si apre davanti a noi che ci fermiamo ad osservare senza fretta. Riposarsi un po' lasciando vagare lo sguardo è una delle cose più rilassanti del mondo.

Purtroppo non abbiamo molto tempo, abbiamo appuntamento tra un paio d'ore col nostro autista e il cammino per tornare indietro è abbastanza lungo.

La vista dalla cima della collina.


Passiamo attraverso una via dove c'è un rifugio per turisti, e ne stanno arrivando una decina. Sono affaticati per il caldo e per la salita poco agevole da fare sui gradini di pietra irregolari. Davanti a loro le donne del villaggio indicano la strada sobbarcandosi il peso dei loro bagagli. Mi permetto una breve polemica personale, pensando a un paio di cose. Primo. Di certo queste donne riceveranno dei soldi, ma mi sembra davvero eccessivo il peso che hanno sulla schiena. Secondo: a cosa serve tutta quella roba in questo posto dove bastano una maglietta e un paio di scarpe comode? Terzo. Non sarebbe più corretto portarselo da soli quel gigantesco bagaglio e lasciare una mancia a queste donne per qualcos'altro, magari un souvenir? (Avevo detto un paio ma siamo a tre, perciò fine della polemica).





Riusciamo a tornare alla base abbastanza in orario. Il nostro autista sta ancora osservando la riga sul cofano, gli rovinerà il sonno questa faccenda.
Il viaggio di ritorno è ancora più lungo dell'andata. Il traffico alle porte di Guilin è spaventoso, si viaggia a passo d'uomo. Arriviamo in ostello che è pomeriggio tardi.

Salutiamo i nostri compagni d'avventura: domani loro lasceranno Guilin mentre noi abbiamo ancora qualche giorno da trascorrere qui.

In ostello ci facciamo preparare un buonissimo sandwich per merenda.

Usciamo che ormai è già buio (il sole inizia a tramontare intorno alle 19.30). Facciamo un bel giro e torniamo nella zona pedonale, dove si sta svolgendo una mega litigata con un folto pubblico. Da quel che ho capito i due litiganti sembrerebbero una guardia e un ristoratore, la folla intorno si divide tra i sostenitori di quest'ultimo e i curiosi. La gente riprende la scena col telefonino senza vergogna, piazzandolo a pochi centimetri dalla faccia dei due.

Lasciamo questi esagitati e ci mettiamo alla ricerca di un posticino dove cenare. Dopo qualche dubbio (mio) entriamo da Natural Cafè, un ristorante quasi di lusso rispetto agli standard che abbiamo avuto fino ad ora. C'è addirittura la pianista, giusto per rendere l'idea.

Scegliamo due piatti di carne e stasera per la prima volta dopo quello che mi sembra un secolo usiamo le posate! Mi sembra tutto molto chic, e per fortuna ho scelto il vestito giusto per l'occasione, così sono abbastanza chic anch'io e non stono con l'ambiente.

Bistecca alla piastra con uovo e verdure, accompagnata da una zuppa di mais e insalata mista.

Bistecca con senape e sughetto, con contorno di verdure.


Passeggiare di notte per Guilin regala situazioni divertentissime. A parte la litigata di prima (che si dev'essere risolta in qualche modo dato che ora la strada è sgombra) capita di trovare un gruppo rock di ragazze nane che si esibiscono per la strada, oppure una discoteca portatile montata nel baule di un'auto.

Qui il kitsch fa estremamente figo.


I tavoli sotto all'ostello sono pieni di anziani che giocano a carte, il locale al chiuso ha solo tavoli verdi dove probabilmente giocano d'azzardo. Nella pescheria di fianco stanno iniziando a ritirare le vasche con i pesci che occupano il marciapiede, e nel fiume qualcuno sta ancora con i piedi a mollo.

Noi siamo stanchi e ce ne andiamo a dormire.



Ieri avevo un presentimento ma pensavo di essere solo la solita ansiosa. Invece.

Dopo due giorni di silenzio, mi arriva un messaggio che dice "ora che l'ho ritrovato te lo posso dire, Sandro è stato fuori casa circa 18 ore". Ora che l'ho RITROVATO?? 
L'altra mattina si è svegliato senza la presenza pelosa in casa, e nel panico ha iniziato le ricerche. Capita spesso che Sandro si lanci giù per le scale quando si rientra, solo che a casa conosce bene il palazzo e ha tutti i suoi riferimenti odorosi per tornare da solo. 
In un condominio sconosciuto invece ha finito col perdersi, e per fortuna non è uscito in strada ma è rimasto accucciato in cantina finché il suo eroe non l'ha ritrovato.

In 12 anni di vita spericolata si è bruciato quasi tutte le 7 vite a disposizione. 
Questa volta si è giocato il jolly.



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Info e consigli di viaggio:

Dragon's Backbone Rice Terraces Scenic Area

Villaggi Ping'an e Dàzhài
Autista con minibus e biglietto d'ingresso (convenzione ostello) CNY 200 a persona (senza guida)
Durata visita circa 4 ore.

Se si vuole andare da soli bisogna prendere un autobus da Guilin a Ping'An (circa CNY 30) più un minibus fino al parcheggio (passa davanti al bivio tra i due villaggi e costa circa CNY 10). Il biglietto costa CNY 80.

Sul sito ufficiale (www.longjiriceterraces.com) ci sono informazioni, foto e si possono prenotare tour individuali.


Natural Café

Ristorante dall'arredamento ricercato ed elegante che propone cucina occidentale. Nella via pedonale di Guilin (ce n'è un altro al primo piano di un centro commerciale in Zhongshan Rd).

Abbiamo preso due piatti di carne con contorno, una zuppa,un'insalata mista e 4 birre da 33 cl (CNY 162)

Sito internet: www.glwyg.com
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23 commenti:

  1. Non mi viene da dire molto più di oooohhh, aaaaahhh, che meraviglia! :-D

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    1. Mentre ero lì riuscivo solo a dire "ma è bellissimo!" ^_^

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  2. Paesaggi da film, veramente da film ... la band rock delle ragazze nane da film di Pedro Almodovar degli inizi ;)
    p.s.
    Ma gatto Sandro viaggiatore, dovevate portarlo in Cina, no?

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    1. certo così glielo mangiavano! ahahahah, specialmente dalle parti di Guang Zhou.

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    2. Sandrino sta bene a casa, lui viaggia solo con la fantasia :)

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  3. Un posto davvero da cartolina, stupendo *__*
    Ha fatto bene a non dirti nulla fino a gatto ritrovato. Anzi, forse se te lo raccontava alla riconsegna del felino era anche meglio ;-P
    Il mio micio Lancillotto di vite ne ha già fatte fuori fin troppe (tipo è caduto due volte dal balcone senza farsi nulla, tanto per gradire). O la cosa delle 7 vite o è una sottostima o lui ne ha di bonus (e mi sa anche Snadro) XD

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    1. Penso che dopo averlo ritrovato fosse così sollevato che non ha potuto resistere dal dirmelo! Io mi sono sentita in colpa, quest'anno sembrava davvero che non lo volesse nessuno :( Però, sparizione a parte, è stato un papà-sostituto perfetto. Si sono amati tantissimo ^_^

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  4. Accidenti che posto Guilin (credo che il nome significhi, il bosco della Cassia, ce ne sono di queste piante?) ! tra le terrazze e il fiume col suo paesaggio, c'è da fondere la macchina fotografica! E pensa che con tutte le volte che sono andato in Cina, non ci sono mai potuto andare, il lavoro è una gran brutta cosa....ma mi stai convincendo sempre di più a programmarlo per il futuro.
    Intanto come promesso , per quanto riguarda il Guagliò, ho postato: http://ilventodellest.blogspot.it/2013/09/gwei-lo.html
    In ogni caso a Feng Huang non credo che si parli il Cantonese, ma forse qualche altro dialetto interno, non sono riuscito a trovarlo su internet, c'è qualcuno dei tuoi attenti lettori che mi può aiutare?
    Ciao

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    1. Il GUAGLIO' ci è stato detto a Huaihua (città a 1 ora e mezza da Fenghuang). Nello Hunan non so bene che dialetto usino, ho trovato questa pagina: http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_xiang chissà se può aiutare a capirci qualcosa di più.

      (Ora vado a leggermi il tuo post!)

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    2. a rigore lo Hunan (che vuol dire a sud del lago) è una provincia del sud e con molta probabilità questo dialetto Xian che è in effetti a sé stante, è affine al al cantonese. In effetti molti dialetti hanno solo lievi modificazioni nel modo di pronunciare e inoltre molte parole, di un dialetto vengono usate anche nei dialetti vicini se vengono di moda. Comunque il vocabolo in questione ha perso la sua accezione negativa e viene usato con una certa bonomia. a Canton, Hong Kong e dintorni.

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    3. A orecchio (posso sbagliarmi eh, non sono così esperta) mi sembrava tutto cantonese, quello che cambiava era la "cantilena".
      Qualcuno l'ho filmato, quando riesco a dedicarmi anche ai video lo posto così mi saprai magari aiutare!

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  5. Woooow che meraviglia! Lo so che lo dico ogni volta, ma è colpa tua che scegli troppo bene il percorso XD
    Le donne con gli abiti tradizionali e i tessuti colorati mi ricordano in maniera bizzarra i villaggi indios di Perù e Messico.

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    1. In effetti noto una certa caratteristica comune, saranno i colori.

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  6. che posto bellissimo!!!

    e che avventura per Sandro, meno male che è andata bene! chissà che spavento >_<

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    1. L'ha ritrovato che era duro come un sasso, nella posizione della gallina (definizione che mi fa ridere ma che descrive bene la forma) ed è rimasto così anche quando l'ha preso in braccio!! Poi è entrato in casa e ha camminato basso basso finché non si è tranquillizzato. Da quel momento mai più vicino alla porta ^_^

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    2. poverino :( anche Gatto Martino a volte tenta la fuga, ma per fortuna siamo sempre riusciti a riacchiapparlo prima che scendesse le scale....

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    3. Martino ♥ che bel nome
      Hanno l'istinto di andare a scoprire cosa c'è fuori dalla porta, e a volte mi sento in colpa perchè mi sembra di costringerlo a una vita casalinga che non è nella sua natura. Ma sono effettivamente gatti di casa, fuori sarebbero perduti, e lo sanno, infatti per fortuna anzichè uscire in strada Sandro si è fermato in un angolo ad aspettare. Povero.

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  7. Ma che bello questo villaggio Dàzhài, sembra davvero autentico: purtroppo in Cina anche molte mete turistiche sono fake, come le borsette e i jeans, ahah! Invece questi posti (almeno dalle foto) trasudano genuinità.
    E' vero: in Cina il kitch fa davvero figo, dovrei documentare anche io con un po' di foto!

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    1. Ho avuto spesso paura di trovarmi in posti fasulli, ma mi è andata bene. Queste terrazze sono meno spettacolari rispetto a quelle nello Yunnan, ma più accessibili.

      Io ho fotografato tutto il pacchiano che ho visto in giro, farò una raccolta! :)

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    2. però anche il pacchiano e il tarocco è una delle caratteristiche che contraddistinguono la Cina di oggi. Ne fanno parte e io credo che bisogna prenderle così come sono, come le moderne statue di Buddha con i neon psichedelici.

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    3. Certo!! Io adoro la Cina anche (e soprattutto) per il pacchiano.

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  8. Che foto meravigliose, chissà dal vivo, uno spettacolo della natura.

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