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venerdì 25 novembre 2016Aggiornato il:

China trip #3 - Un giorno a Tianjin





Diario di viaggio in Cina
17 agosto 2016
Tianjin (e Pechino)


Questa notte deve aver piovuto, stamattina in cortile c'è qualche pozzanghera e il cielo è grigio. Oggi andiamo a Tianjin, una grande città a mezz'ora di treno veloce da Pechino. Appena usciamo dalla stazione ci troviamo in un piazzale enorme, circondato da grattacieli, cantieri ed edifici dallo stile europeo.

Come prima cosa cerchiamo l'ufficio del turismo, cosa non facile dato che non ha un'insegna. Ci indicano un negozio che sembra chiuso, ma all'interno troviamo in effetti un signore che ci regala la cartina della città e finge di darci qualche dritta, ma in realtà non capisce una parola di inglese e mi sembra in difficoltà per cui ringraziamo e togliamo il disturbo.



Il piazzale della stazione di Tianjin

Visitare Tianjin in un giorno è una cosa fattibile, nell'agendina mi sono segnata i posti che mi interessano e adesso devo solo individuarli sulla cartina, orientarmi, e cominciare a camminare. Come prima tappa andiamo nel quartiere italiano, la zona storica della concessione italiana, che raggiungiamo seguendo il grande fiume Hai. Sembra di essere in una riproduzione fedele di una città italiana, con palazzi, fontane e insegne che suonano molto famigliari.

In Piazza Dante comincia una via pedonale da cui si arriva al cuore del quartiere, Piazza Marco Polo. Nei dintorni, tra i vari ristoranti e pub che propongono pizza, panini e lasagne, c'è anche un Nuovo Cinema Paradiso e un Ristorante Venezia, dove i camerieri - cinesi - vestiti da gondolieri ci invitano ad entrare e così facciamo. Ci rendiamo subito conto d'aver sbagliato tutto, volevamo fermarci per un panino e ci troviamo in una lussuosa sala al terzo piano con sedie in pelle, argenteria sui tavoli, e un menu da ristorante stellato. Praticamente due barboni capitati per caso da un Cracco qualsiasi, non ci sembra il caso e usciamo dall'imbarazzo dandoci alla fuga.

Indicazioni stradali nel quartiere italiano

La cartina del quartiere italiano

In questo posto più che mai i turisti fanno a gara per avere una foto ricordo con Lore (io vengo sempre esclusa, ma non mi offendo, lascio volentieri a lui l'onore) e ingenuamente credo che sia dovuto al fatto che siamo due italiani nel quartiere italiano. Invece il nostro "siamo italiani" non provoca nessuna reazione particolare (anzi, grandi occhi che sembrano dire un sincero "embé?"). Per la maggior parte delle persone italiani, tedeschi, francesi, è lo stesso.
D'ora in poi non mi arrabbierò più se qualcuno confonderà ancora cinesi e giapponesi, lo giuro.


Nuovo Cinema Paradiso

Venezia Club, ci illude con la pubblicità dei panini e ci rifila il menu stellato!
(Comunque, un panino da CNY 35 in Cina - circa 5 euro - è roba da ricchi)

La sala del Venezia Club (da cui siamo fuggiti).

Lasciamo il quartiere italiano e attraversiamo il fiume per andare in Heping Road passando dalla Città Vecchia. I ponti sul fiume sono bellissimi e ricordano ancora una volta l'influenza europea dato che dall'inizio del 1900 si sono stabiliti qui a Tianjin inglesi e francesi (ognuno con la propria concessione), seguiti poi dai tedeschi, gli italiani e i belgi.

Il ponte sul fiume Han con Haihe Culture Square dal lato della stazione
e Tianjin World Financial Center dall'altro.



Heping Road è una via commerciale pedonale in cui si trovano i marchi e le catene d'abbigliamento che esistono ormai in tutto il mondo. Da quelli di lusso alle grandi catene d'abbigliamento. Mi sembra assurdo perdere tempo a vedere vetrine che esistono - identiche - in Italia perciò proseguiamo velocemente verso Guolu Road dove la via dello shopping torna ad essere tipicamente cinese.

Entriamo in un centro commerciale enorme con la scusa di ammirarne l'architettura futuristica per approfittare dei bagni (extra lusso e pulitissimi) ma poi mi fermo a giocare in una specie di set cinematografico di un fumetto, dove ci si mette in posa nelle scenografie sfruttando specchi e prospettive per diventare un personaggio manga.

Guolu Road fa girare la testa. È un concentrato dei negozi più fighi della Cina, tra abbigliamento, giocattoli, paradisi per nerd, negozi di accessori inutili ma irresistibili, e insomma finisce che ne esco con un discreto bottino. Praticamente mi sto portando avanti col lavoro e ho già tutti i regali di Natale pronti da mettere sotto l'albero.

Gulou Road

Mega centro commerciale

Scenografie fumettose

Dentro al fumetto

Uno dei negozi in cui prenderei volentieri la residenza

Ci spostiamo nella zona delle Cinque Grandi Avenue, un quartiere residenziale e finanziario con impressionanti grattacieli e ville. Tentiamo di seguire il percorso che mi ero appuntata (incrocio tra Hebei Lu e Chengdu Dao → Chongqing Dao → Changde Dao → Dali Dao → Xinhua Lu → Machang Dao → Munan Dao → Hong Kong Lu → Chongqing Dao → Nanhai Lu → Hebei Lu) ma il reticolo di vie che sulla cartina sembrano vicine tra loro è più vasto di quanto immaginavo. Devo comunque dire che è più bello vedere i grattacieli da lontano, piuttosto che trovarcisi sotto.

Da queste parti comunque la ricchezza è palese, lo si nota addirittura nelle fermate della metropolitana, che sembrano saloni di un museo con lampadari grandi come auto.

Una fermata della metro di Tianjin

Non voglio pensare a cosa devono essere le riunioni di condominio!

Torniamo in stazione, ci sarebbero ancora un paio di cose da vedere ma si sta facendo tardi e per oggi direi che abbiamo camminato abbastanza. Forse non posso dire di aver visto la città per intero, ma torno a Pechino soddisfatta della mia piccola esperienza.


Stasera, a Pechino, prendiamo l'autobus per andare nella zona dei laghi. Lungo la strada riconosco i luoghi e le vie, mi sembra incredibile come questa città sia così chiara nella mia mente. Forse perché posso dire ormai di conoscerla piuttosto bene, avendo macinato chilometri a piedi, o forse perché la sua pianta squadrata si è fissata in maniera indelebile nella mia testa.

Da Xianment street, dov'è il nostro ostello, costeggiamo il lago Beihai, e subito dopo ci troviamo alle spalle della Città Proibita, di cui si vedono le luci accese e le mura. Il bus gira a sinistra, lungo Jingshan Park e quando riconosco Guolu Dongdajie (subito dopo il lago Qianhai) scendiamo.

Di notte i laghi (che sono tre, il più grande si chiama Houhai) sono illuminati dalle luci dei locali e dalle piccole imbarcazioni di legno con le lanterne rosse. Il marasma di gente, la musica dal vivo delle band che si esibiscono nei pub e gli stretti hutong pieni di botteghe rendono questo posto caotico e affascinante.

Cerchiamo un ristorante, dato che questa è l'ultima cena a Pechino (sigh) e voglio trovare un posto carino. Ne troviamo uno con una grande terrazza, ci fanno accomodare a un tavolo all'aperto, ma comincia a piovere e nel fuggi fuggi generale guadagniamo un tavolo sotto alla tettoia, proprio davanti al lago. Viene giù un'acquazzone tropicale che dura giusto il tempo di cenare (con tutti i miei piatti preferiti).

Luci sul lago Houhai (Pechino)

Noodles freddi con cetrioli, carote e una salsina spettacolare / una vagonata di ravioli al vapore
ripieni di carne / costolette d'agnello alla brace / insalata con peperoncino, che lo infilano davvero
dappertutto / birra Tsingtao fredda / vista lago. Cosa vuoi di più?


Usciamo dal ristorante (scendiamo le scale direttamente dalla terrazza e ci troviamo tre ristoranti dopo quello in cui siamo entrati, vai a capire) e passeggiamo in Maoer Hutong e Nanluogu Xiang, poi torniamo nella via principale per riprendere l'autobus ma c'è qualcosa che non torna. Me la ricordavo diversa, c'è una grande impalcatura, sono sicura che quattro anni fa qui c'erano dei grandi ristoranti e... aspetta un attimo. Proprio in questo angolo c'era l'orrido ristorante dove ci hanno servito quella roba immangiabile! Non esiste più, ma guarda un po'. Come mi dispiace (bugia).


Torniamo in ostello e ricomincia a piovere. Nella nostra piccola camera sembra che sia esplosa una bomba da quanta roba c'è in giro, roba che dovremo in qualche modo far stare in valigia perché domani è l'ultimo giorno di questo lungo viaggio, ma siccome non ci voglio pensare lascio tutto così com'è e provo a dormirci sopra.






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Info pratiche:

Tianjin
Da Pechino ci sono treni a tutte le che vanno a Tianjin, controllate da quale stazione di Pechino dovete partire ma soprattutto verificate di scegliere quelli che arrivano a Tianjin centrale, specialmente se volete visitare la città in giornata come ho fatto io.
Procuratevi una cartina della città e preparatevi un percorso, tenendo conto che potete anche utilizzare la linea metro per gli spostamenti più lunghi.
L'itinerario che ho scelto io è questo: stazione (Century Clock) - quartiere italiano - Heping road - Gulou road - Cinque Avenue - stazione. Sono arrivata a Tianjin verso le 10 e ho preso il treno per Pechino alle 16. Per i dettagli o se avete altre curiosità lasciatemi un commento o scrivetemi in privato.

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14 commenti:

  1. Che belle foto!😍 Pechino è molto bella ma Tianjin è meravigliosa e molto moderna!❤

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    1. Purtroppo le foto non rendono giustizia alla città, il cielo era proprio grigio. Però l'ho trovata molto bella, mi sarebbe piaciuto restare di più.

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  2. Che belle queste tappe dei viaggi che ci fai percorrere adorabile amica mia...
    Ho guardato di corsa questa volta le foto mangerecce per questioni di dieta ferrea per ragioni di salute, ma che meraviglia!
    Certo che capisco la nostalgia che ti prende quando lasci questo paese che ami tanto, come in tutte le cose che ti intrigano d'altronde..
    Grazie per questa ulteriore tappa, un bacio grande!

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    1. Quello che mi frega è che la nostalgia mi prende mentre sto ancora vivendo un posto, dovrebbe arrivare almeno qualche giorno dopo il rientro. Sono legatissima alle mie esperienze cinesi, mi rendo conto che posso forse sembrare fissata e monotona, ma devo seguire la mia passione e il mio cuore.
      Un abbraccio enorme!

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  3. Non sapevo esistessero quartieri italiani in Cina!

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  4. Penso che a fare il tuo stesso giro sarei rientrata senza un soldo XD
    Quante belle cose! Che posti stupendi! Che cibo appetitoso!
    Avevo scambiato la metrò con i super lampadari per la hall di un hotel XD

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    1. La roba costa poco, ti piace qualcosa e pensi cavolo, è un vero peccato non prenderlo visto il prezzo... e ti ritrovi a fine giornata con lo zaino pieno e il portafoglio vuoto :P

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  5. Il mio è un frigo di quelli bianchi, è ricoperto di foto: alcune grandi, altre piccole, alcune mie, altre rubate. Calamite a forma di bottone per tenerle su. Di tanto in tanto ne aggiungo qualcuna. Queneau che fa le facciacce, Mingus contrabbasso e sigaro, un cartello storto in un negozio di Quimper, Pollon, mio nonno... di recente ho messo una bimba zaino grande che legge un libro ancora più grande sul ponte di Marco Polo, fra qualche giorno metterò "dentro al fumetto" che ti ho appena rubato :P

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  6. 35 cny per un panino è una cifra adeguata considerando che tutti i prodotti sono importati direttamente dall'Italia, alcune volte penso che si debba informare meglio prima di scrivere/parlare, come magari avresti potuto visionare all'esterno il nemù esposto prima di entrare. Comunque belle foto!
    Lele

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    1. Sono entrata in quel locale attratta da quel cartello perché volevo un panino, ma una volta dentro il menu era da ristorante e non era esposto fuori. Era un ristorante italiano, quindi con prezzi alti, come ben sapevo essendo già stata in un ristorante italiano durante il mio precedente viaggio in Cina, ma non è questo il senso di ciò che ho raccontato. Scrivere di viaggi significa (per me) dare anche un'idea dei costi, so benissimo quanto costa mangiare in Cina, e avvertendo i lettori che se si vuole mangiare italiano i prezzi sono quelli sto semplicemente dando una informazione. Sinceramente sentirmi dire che mi devo informare meglio prima di parlare mi fa sorridere. La didascalia della foto voleva essere una battuta, ma capisco che può essere interpretata in altri modi rispetto alle mie intenzioni.
      Comunque faccio tesoro del tuo consiglio, grazie.

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Consigli? Commenti? Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.



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